Sindacati tra lotta sociale e visibilità

Da quando Berlusconi si è insediato di nuovo al governo le pagine dei giornali, telegiornali, testate on-line, cinegiornali hanno riproposto un vecchio stereotipo del sistema capitalistico come lo conosciamo: i lavoratori perennemente scontenti e il sindacato in prima linea a guidare le rivendicazioni dei loro iscritti.

Alitalia, la crociata di Brunetta il Persecutore, la riforma della scuola targata Gelmini e chi più ne ha più ne metta. Cambiano i termini delle agitazioni ma i leader sindacali sono sempre lì a sventolare i loro vessilli. Ma che spazio viene loro riservato dalle testate giornalistiche e di informazione on-line? Il database di Bayes-Swarm ci da una mano nel condurre l’analisi*.

Per prima cosa vediamo qual è la percentuale di visibilità riservata a ciascuna sigla sindacale.

Salta subito all’occhio come per le testate di informazione on-line i problemi e le rivendicazioni non siano un affaire de droite, visto che lo spazio di visibilità ritagliato dall’UGL della Polverini ammonta al solo 2%.

La parte del leone la recita la CGIL la cui visibilità arriva al 56% del totale.

Per quanto riguarda i leader, invece?

A conferma di quanto emerso precedentemente, la visibilità del leader dell’UGL Polverini non è neppure rilevata dal nostro database, sintomo di una presenza e di una visibilità prossima allo zero.

Analizzando le percentuali ottenute delle singole personalità, il più visibile risulta essere Guglielmo Epifani, leader della CGIL che con il 67% annichilisce le altre due personalità di spicco del panorama sindacale italiano.

Adesso cerchiamo di rispondere ad una domanda. La visibilità sulle pagine di informazione on-line va di pari passo con la percentuale degli iscritti?

Per rispondere, partiamo da una dato statistico. Quanti sono gli iscritti dichiarati dai sindacati? Vediamo la tabella sottostante. (I dati sono relativi all’anno 2007 e si possono reperire sui siti della CGIL, UIL, CISL, UGL.)

Vediamo adesso il confronto (dal confronto è stato tolto l’UGL vista la mancanza di dati relativa agli iscritti):

Salta subito all’occhio come la percentuale della visibilità non rispecchi il valore del numero degli iscritti: infatti, anche se la UIL dichiara di avere un numero di tesserati minore della metà di quelli dichiarati dalla CISL, il sindacato di Angeletti riesce a ritagliarsi uno spazio di poco superiore a quello della stessa CISL. Inarrivabili i valori della CGIL.

Andrea Turi

* Abbiamo restrinto il campo di indagine al periodo 1 luglio 2008 – 11 novembre 2008 e abbiamo preso in considerazione i dati relativi ai grandi sindacati confederati: CGIL, UIL, CISL, UGL.

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